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Iniziare a 30 anni: è troppo tardi?
Автор на темата: mrk87
Giuseppe C.
Giuseppe C.  Identity Verified
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Ah ecco! May 14, 2015

Tom in London wrote:

Giuseppe C. wrote:

Credevo che ti mantenessi entro i 140 caratteri per qualche strano motivo tecnico.



Infatti, è un motivo tecnico, ma non strano: la brevità. Sempre meglio dei post logorroici che quasi sempre non leggo.



Hai ragione. Con la tua brevità colpisci nel mucchio (risposte lette o non lette) e ottimizzi l'utilità della risposta che risulta leggibile senza eccessivo sforzo, tranne da parte mia che cerco di trovare sempre qualcosa di serio e utile nelle risposte altrui.


 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Come preferisci... May 14, 2015

Tom in London wrote:

Purtroppo il mio miglior cliente paga a 90 +10 gg. fm


Di certo però se nessuno accettasse certi tempi, il mercato ne gioverebbe (sono sintetica anche io).

[Edited at 2015-05-14 17:47 GMT]


 
Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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Dissento May 16, 2015

Scusate, ma io credo che il problema sia un altro, e cioè di come uno si vuole posizionare sul mercato.

Io lavoro solo con clienti diretti, con cui sono riuscita ad instaurare un rapporto di fiducia e di stima reciproca.

Sono clienti che quando hanno bisogno di una traduzione si rivolgono a me direttamente e non vanno a cercare il traduttore meno caro sulla piazza, perché conoscono la qualità del mio lavoro. E pagano o anticipatamente o in tempi molto brevi : tanto p
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Scusate, ma io credo che il problema sia un altro, e cioè di come uno si vuole posizionare sul mercato.

Io lavoro solo con clienti diretti, con cui sono riuscita ad instaurare un rapporto di fiducia e di stima reciproca.

Sono clienti che quando hanno bisogno di una traduzione si rivolgono a me direttamente e non vanno a cercare il traduttore meno caro sulla piazza, perché conoscono la qualità del mio lavoro. E pagano o anticipatamente o in tempi molto brevi : tanto per fare un esempio, ho appena ricevuto un bonifico di € 1500 per una traduzione consegnata la settimana scorsa.

Per lavorare con questi clienti, bisogna però avere una competenza reale in alcuni (non troppi) settori specifici e, soprattutto, dimostrarsi estremamente seri e puntuale nelle consegne. E NON prendere troppa roba per poi tradurla male.

Quando poi leggo, come succede spesso, che molti traduttori considerano una seccatura avere a che fare con il cliente finale, gestire i rapporti commerciali, le telefonate, eccetera, allora mi dico che ognuno fa le proprie scelte. Io non mi considero una macchina che sforna traduzioni e passare una parte della mia giornata a gestire i rapporti umani e professionali non mi disturba per niente, anzi !

Buon fine settimana a tutti,

Giulia - che lavora con grande soddisfazione da più di trent'anni.
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Giuseppe C.
Giuseppe C.  Identity Verified
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Da chi dissenti? May 16, 2015

Giulia TAPPI wrote:

Scusate, ma io credo che il problema sia un altro, e cioè di come uno si vuole posizionare sul mercato.

Io lavoro solo con clienti diretti, con cui sono riuscita ad instaurare un rapporto di fiducia e di stima reciproca.

Sono clienti che quando hanno bisogno di una traduzione si rivolgono a me direttamente e non vanno a cercare il traduttore meno caro sulla piazza, perché conoscono la qualità del mio lavoro. E pagano o anticipatamente o in tempi molto brevi : tanto per fare un esempio, ho appena ricevuto un bonifico di € 1500 per una traduzione consegnata la settimana scorsa.

Per lavorare con questi clienti, bisogna però avere una competenza reale in alcuni (non troppi) settori specifici e, soprattutto, dimostrarsi estremamente seri e puntuale nelle consegne. E NON prendere troppa roba per poi tradurla male.

Quando poi leggo, come succede spesso, che molti traduttori considerano una seccatura avere a che fare con il cliente finale, gestire i rapporti commerciali, le telefonate, eccetera, allora mi dico che ognuno fa le proprie scelte. Io non mi considero una macchina che sforna traduzioni e passare una parte della mia giornata a gestire i rapporti umani e professionali non mi disturba per niente, anzi !

Buon fine settimana a tutti,

Giulia - che lavora con grande soddisfazione da più di trent'anni.



Si sta parlando di persone residenti in Italia, e non in Francia, soggette a fisco e legislazione italiani e non francesi, che dovrebbero abbandonare un lavoro stabile per prepararsi da zero per qualche anno allo scopo di lavorare eseguendo traduzioni tecniche dall'inglese all'italiano senza avere ancora nemmeno un'idea precisa di cosa li aspetta, ma sapendo perfettamente di avere un mutuo da pagare.

Ho l'impressione che molte persone emigrate o che vivono altrove non abbiano la benché minima idea di come si sia trasformata la realtà del mercato italiano delle traduzioni da una lingua come l'inglese, ma soprattutto degli oneri fiscali che gravano attualmente su chi detiene una partita IVA in Italia.

Dei tuoi 1500 Euro, in Italia dovresti consegnare al fisco il 28% per i cosiddetti "contributi INPS", che in realtà non sono contributi pensionistici veri, dato che non vengono affatto accantonati per la tua pensione, ma utilizzati per pagare le pensioni di chi le sta percependo, vitalizi dei politicanti compresi, tanto è vero che anche se un traduttore è in pensione, se continua a lavorare deve comunque versare il 20% di contributi INPS che non andranno a modificare l'importo della sua pensione. Ergo, i contrinuti INPS sono un'imposta aggiuntiva di fatto. Poi dai quei 1080 Euro che ti resterebbero, pagheresti dal 23% al 43% di Irpef. Stiamo in basso e facciamo una media del 27%, imposte locali incluse? Bene, te ne resterebbero circa 800. Ma non è finita. A fine anno dovresti pagare l'acconto IRPEF e IVA (se ne hai percepita) per l'anno successivo, e andrai a circa 500 Euro. Ma non è finita, avrai da affrontare le spese annesse, commercialista incluso: vogliamo togliere almeno 30 Euro di costi? Scendersti a 470 Euro. Il punto sta tutto qui. Attualmente in Italia, se si sta lavorando come dipendente, putiamo caso, a 1.500 Euro al mese, che è una cifra media in Italia, per eguagliare questo stipendio netto come traduttore bisogna fatturare intorno ai 50.000 Euro annui.
Quanti traduttori tecnici dall'inglese all'italiano in Italia fatturano 50.000-60.000 Euro annui secondo i dati ISTAT disponibili?
Vogliamo stare con i piedi per terra? Oppure vogliamo illudere il nostro prossimo?

Non escludo che chi vive in Francia o in UK o altrove invece viva ben altre situazioni, ma prima di incoraggiare il nostro prossimo sarebbe meglio prospettare la pura e semplice realtà media italiana e le effettive prospettive sia in termini di guadagni che di possibili clienti diretti a caccia di traduttori di fiducia. Non si sta facendo a gara a chi ha avuto più soddisfazione o successo, ma si sta dando un parere il più obiettivo e generale possibile sull'opportunità o meno di abbandonare un lavoro già garantito per contare successivamente sulle traduzioni come fonte principale di reddito per mantenere la propria famiglia e pagare un mutuo già acceso.

Poi è ovvio che chi traduce da certe lingue o in certi ambiti, oppure ha avviato l'attività quando chiedevano di ripetere per cortesia la risposta negli uffici pubblici o dal dentista alla richiesta di quale fosse la sua professione, ossia 20 o 30 anni addietro, quando per aggiornare 2 righe di cartella ci veniva pagata l'intera cartella copiata dalla versione dell'anno precedente, e la cartella poteva fatturarla a prezzi che oggi in Italia farebbero ridere il prossimo, tranne forse l'idraulico, possa ricordare con gioia le soddisfazioni dei tempi che furono e che tutto sommato anche oggi possono in parte ripetersi, ma ciò di cui si sta parlando è se convenga o meno in generale in Italia fare il professionista IT dipendente o il traduttore libero professionista magari nel settore IT. Direi che chi lavora in questi settori conosce benissimo la risposta.



[Edited at 2015-05-16 15:53 GMT]


 
Christel Zipfel
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Riconosciamo i giusti meriti (OT) May 16, 2015

Giuseppe C. wrote:


Dei tuoi 1500 Euro, in Italia dovresti consegnare al fisco il 28% per i cosiddetti "contributi INPS", che in realtà non sono contributi pensionistici veri, dato che non vengono affatto accantonati per la tua pensione, ma utilizzati per pagare le pensioni di chi le sta percependo, vitalizi dei politicanti compresi, tanto è vero che anche se un traduttore è in pensione, se continua a lavorare deve comunque versare il 20% di contributi INPS che non andranno a modificare l'importo della sua pensione. Ergo, i contrinuti INPS sono un'imposta aggiuntiva di fatto.


persino alla gestione separata! E' vero che i nostri contributi, in attesa che si trasformino nella nostra pensione, vanno a sostenere l'INPS generale, fortemente deficitaria; ciò significa che la gestione separata gode di ottima salute, grazie ai nostri lauti contributi e anche perché finora conta pochi pensionati, essendo relativamente giovane.

Ma non è affatto vero che gli eventuali contributi che versiamo, una volta saremo andati in pensione e continuando a lavorare (tra l'altro l'aliquota ad oggi in questo caso mi risulta essere del 23,50%, mentre chi alla pensione ancora ci deve arrivare è tenuto a pagare il 30,72%) andranno persi, per carità, ci mancherebbe! L'INPS, nelle sue varie gestioni, bontà sua, al pensionato dà la possibilità di richiedere l'integrazione della sua pensione con i contributi versati nel frattempo. Ciò significa che con altri ca. 20.000 Euro di contributi riuscirà a recuperare quasi 100 Euro in più al mese! Va detto tuttavia che gli concede questa possibilità a delle scadenze ben precise, una sola volta nella vita dopo 2 anni, e poi sempre dopo 5. E, se può essere di conforto, "in caso di decesso del pensionato i supplementi sono computati ai fini della misura della pensione ai superstiti".
Resta solo da sperare che il povero pensionato abbia ancora la salute e tutto il resto per lavorare abbastanza per non morire di fame nel frattempo con la misera pensione che comunque percepirà.


 
Giuseppe C.
Giuseppe C.  Identity Verified
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In parte hai ragione May 18, 2015

Christel Zipfel wrote:

Giuseppe C. wrote:


Dei tuoi 1500 Euro, in Italia dovresti consegnare al fisco il 28% per i cosiddetti "contributi INPS", che in realtà non sono contributi pensionistici veri, dato che non vengono affatto accantonati per la tua pensione, ma utilizzati per pagare le pensioni di chi le sta percependo, vitalizi dei politicanti compresi, tanto è vero che anche se un traduttore è in pensione, se continua a lavorare deve comunque versare il 20% di contributi INPS che non andranno a modificare l'importo della sua pensione. Ergo, i contrinuti INPS sono un'imposta aggiuntiva di fatto.


persino alla gestione separata! E' vero che i nostri contributi, in attesa che si trasformino nella nostra pensione, vanno a sostenere l'INPS generale, fortemente deficitaria; ciò significa che la gestione separata gode di ottima salute, grazie ai nostri lauti contributi e anche perché finora conta pochi pensionati, essendo relativamente giovane.

Ma non è affatto vero che gli eventuali contributi che versiamo, una volta saremo andati in pensione e continuando a lavorare (tra l'altro l'aliquota ad oggi in questo caso mi risulta essere del 23,50%, mentre chi alla pensione ancora ci deve arrivare è tenuto a pagare il 30,72%) andranno persi, per carità, ci mancherebbe! L'INPS, nelle sue varie gestioni, bontà sua, al pensionato dà la possibilità di richiedere l'integrazione della sua pensione con i contributi versati nel frattempo. Ciò significa che con altri ca. 20.000 Euro di contributi riuscirà a recuperare quasi 100 Euro in più al mese! Va detto tuttavia che gli concede questa possibilità a delle scadenze ben precise, una sola volta nella vita dopo 2 anni, e poi sempre dopo 5. E, se può essere di conforto, "in caso di decesso del pensionato i supplementi sono computati ai fini della misura della pensione ai superstiti".
Resta solo da sperare che il povero pensionato abbia ancora la salute e tutto il resto per lavorare abbastanza per non morire di fame nel frattempo con la misera pensione che comunque percepirà.



Ciao Christel,

in parte hai ragione. A chi è già in pensione tocca ormai sganciare il 23,50% di contributi INPS a perdere. A noi liberi professionisti non ancora in pensione hanno accordato almeno per il 2015 il 27,72%. L'aliquota da te menzionata, ossia del 30,72% spetta ai lavoratori di tipo collaboratori a progetto o similari, comunque legati da un rapporto analogo a quello dipendente da un datore di lavoro.

Ma la riforma ha fatto di peggio. In passato erano sufficienti 5 anni di contribuzione alla gestione separata, che era partita con un'aliquota del 10%, per avere diritto alla pensione (si fa per dire) a 65 anni.
Adesso occorre contabilizzare 20 anni di contribuzione e una pensione di almeno 1,5 volteb quella minima, altrimenti occorre avvicinarsi ai 70 anni. I versamenti minimi per ottenere il conteggio di 1 anno intero di contribuzione si calcolano su un fatturato pari a quello minimo utilizzato per i commercianiti (nel 2015 di € 15.548,00). Altrimenti, se qualcuno fattura meno di questa cifra, risulta contribuente per un numero di mesi inferiore all'anno. Se qualcuno ha fatturato 10.000 Euro, per qualsiasi motivo, si vedrà calcolare 8 mesi scarsi di contribuzione. Negli anni precedenti le cifre erano diverse, ovviamente un pochiino inferiori.

Ma il fatto allucinante è che mentre un commerciante non arriva ancora a dovere versare il 20% di contributi INPS, il libero professionista pensionato deve versare il 23,50% di contributi INPS come imposta aggiuntiva. Sei sicura che possa in qualche modo far valere questa contribuzione a posteriori per incrementare la sua pensione? Io non ne sono affatto sicuro. Mi informerò.
In ogni caso, l'INPS non eveva problemi fino al 2012, era in attivo, grazie soprattutto a noi fessi della gestione separata. Poi hanno fuso INPS e INPDAP, per pagare con i soldi dei contributi del lavoro privato le pensioni statali, e da quel momento maledetto il pasticcio è diventato un terribile groviglio di vessazioni per i giovani e i pensionati.

Tuttavia possiamo essere molto felici: siamo ammessi all'impiego dell'Euro. Una "grande conquista europea" che ci ha risolto e continua a risolverci inenarrabili problemi, ivi compreso quello delle pensioni che si volatilizzano come sabbia in mano sulle spiagge di Pozzallo.

[Edited at 2015-05-18 14:05 GMT]


 
Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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+ ...
Giusto! May 18, 2015

Giuseppe C. wrote:

in parte hai ragione. A chi è già in pensione tocca ormai sganciare il 23,50% di contributi INPS a perdere. A noi liberi professionisti non ancora in pensione hanno accordato almeno per il 2015 il 27,72%. L'aliquota da te menzionata, ossia del 30,72% spetta ai lavoratori di tipo collaboratori a progetto o similari, comunque legati da un rapporto analogo a quello dipendente da un datore di lavoro.



Difatti, dopo alcune settimane i nostri governanti sono rinsaviti e hanno ridotto l'aliquota originariamente prevista, solo che io avevo in testa ancora quella.

Giuseppe C. wrote:
Ma il fatto allucinante è che mentre un commerciante non arriva ancora a dovere versare il 20% di contributi INPS, il libero professionista pensionato deve versare il 23,50% di contributi INPS come imposta aggiuntiva. Sei sicura che possa in qualche modo far valere questa contribuzione a posteriori per incrementare la sua pensione? Io non ne sono affatto sicuro.



Io invece sì! Basta cercare "supplemento di pensione", ed ecco che trovi per esempio: http://www.guidafisco.it/supplemento-pensione-inps-calcolo-requisiti-domanda-1136

Stendiamo un velo pietoso sul resto...


 
Monica Paolillo
Monica Paolillo
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Il problema vero May 18, 2015

Scusate, vi seguo dallo smartphone. Spero di non fare errori tipografici. Per me il problema qui resta la mancanza di competenze linguistiche sufficienti per arrivare a pensare di fare il salto, perquanto rocambolesco e al buio, e indipendentemente dalle condizioni di lavoro e fiscali. Qua non si tratta di disfattismo Tom, tu quando hai iniziato avevi o non avevi il necessario parallelismo linguistico? Sta tutto lì il punto, l'anagrafe non c'entra. È bene credere nelle proprie capacità e segu... See more
Scusate, vi seguo dallo smartphone. Spero di non fare errori tipografici. Per me il problema qui resta la mancanza di competenze linguistiche sufficienti per arrivare a pensare di fare il salto, perquanto rocambolesco e al buio, e indipendentemente dalle condizioni di lavoro e fiscali. Qua non si tratta di disfattismo Tom, tu quando hai iniziato avevi o non avevi il necessario parallelismo linguistico? Sta tutto lì il punto, l'anagrafe non c'entra. È bene credere nelle proprie capacità e seguire proprie passioni e attitudini ma in questo caso a me pare che non ci siano le basi, con l'aggravante di tutti i problemi che, giustamente, i colleghi hanno ben enfatizzato. Ci siamo sempre lamentati di non godere del giusto rispetto proprio perché linguisti improvvisati danneggiavano e continuano a danneggiare l'immagine che il mercato ha della professione del traduttore. Beh, ora incoraggiare gli improvvisati mi sembra proprio un paradosso scusatemi e anche una presa per i fondelli. SalutiCollapse


 
texjax DDS PhD
texjax DDS PhD  Identity Verified
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30 anni... May 19, 2015

Monica Paolillo wrote:
È bene credere nelle proprie capacità e seguire proprie passioni e attitudini ma in questo caso a me pare che non ci siano le basi, con l'aggravante di tutti i problemi che, giustamente, i colleghi hanno ben enfatizzato. Ci siamo sempre lamentati di non godere del giusto rispetto proprio perché linguisti improvvisati danneggiavano e continuano a danneggiare l'immagine che il mercato ha della professione del traduttore. Beh, ora incoraggiare gli improvvisati mi sembra proprio un paradosso scusatemi e anche una presa per i fondelli. Saluti


In un altro contesto sarei stata pienamente d'accordo con te. Tuttavia, questo caso non rientra nell'affollato calderone degli improvvisati, anzi questo ragazzo è uno dei pochi che vorrebbe fare un percorso universitario canonico e chiede consiglio, consapevole che al momento non ha la preparazione necessaria. A meno di clamorose smentite, finora non mi sembra che abbia scritto che da domani vuole fare il traduttore.

Ogni caso è a sé, trovo molto riduttivo mettere sempre tutti e tutto sullo stesso piano.

mrk87 wrote:
vorrei dare una "svolta completa" alla mia vita: cambiare tutto, lasciare il lavoro , ed iscrivermi seriamente ad una scuola per interpreti e traduttori (il sogno sarebbe la ex-SSLMIT di Trieste) e tentare questa nuova strada seguendo questa volta, le mie passioni.
Secondo voi,e secondo la vostra esperienza, vale la pena fare questo salto, considerando che...[ecc. ecc.]?


@ Mirko:
Ci sono troppe considerazioni personali da fare e non mi sento di darti alcun consiglio in merito.
Per quanto mi riguarda, però, sono fermamente convinta che la vita, vivaddio, non finisce certo a 30 anni!

In bocca al lupo per tutto.


 
Monica Paolillo
Monica Paolillo
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Ecco l'errore May 19, 2015

Scusate, allora devo aver capito male. Io pensavo volesse proprio farlo subito.

 
Gianluca Attoli
Gianluca Attoli  Identity Verified
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2 cent Jun 2, 2015

Riallacciandomi al titolo... Io ho aperto la p.iva a 28 anni, nessun background accademico nel settore ma solo una "gavetta" professionale (abbastanza rapida) da freelance, ho anche io un mutuo sulle sole spalle delle mia attività e per ora sono contento così. Non vorrei risultare troppo naif ma a Mirko, da (credo) coetaneo, direi: si vive una volta sola, se pensi di poterti sentire più realizzato e pensi di avere la giusta attitudine a questo mestiere (e se ti sei fatto qualche conto ragione... See more
Riallacciandomi al titolo... Io ho aperto la p.iva a 28 anni, nessun background accademico nel settore ma solo una "gavetta" professionale (abbastanza rapida) da freelance, ho anche io un mutuo sulle sole spalle delle mia attività e per ora sono contento così. Non vorrei risultare troppo naif ma a Mirko, da (credo) coetaneo, direi: si vive una volta sola, se pensi di poterti sentire più realizzato e pensi di avere la giusta attitudine a questo mestiere (e se ti sei fatto qualche conto ragionevole), prova!Collapse


 
Luisa Fiorini
Luisa Fiorini  Identity Verified
Италия
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+ ...
Non sono linguisti impreparati Jun 3, 2015

Monica Paolillo wrote:

Ci siamo sempre lamentati di non godere del giusto rispetto proprio perché linguisti improvvisati danneggiavano e continuano a danneggiare l'immagine che il mercato ha della professione del traduttore. Beh, ora incoraggiare gli improvvisati mi sembra proprio un paradosso scusatemi e anche una presa per i fondelli. Saluti


A mio avviso non sono stati i linguisti improvvisati a danneggiare l'immagine che il mercato ha della professione del traduttore, sono stati i professionisti qualificati e competenti che, come sappiamo, predicano bene e razzolano alla meno peggio.

[Modificato alle 2015-06-04 06:14 GMT]


 
Vincenzo Di Maso
Vincenzo Di Maso  Identity Verified
Португалия
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Sante parole Jun 3, 2015

Luisa Fiorini wrote:

Monica Paolillo wrote:

Ci siamo sempre lamentati di non godere del giusto rispetto proprio perché linguisti improvvisati danneggiavano e continuano a danneggiare l'immagine che il mercato ha della professione del traduttore. Beh, ora incoraggiare gli improvvisati mi sembra proprio un paradosso scusatemi e anche una presa per i fondelli. Saluti


A mio avviso non sono stati i linguisti improvvisati a danneggiare l'immagine che il mercato ha della professione del traduttore, sono stati i professionisti qualificati e competenti che, come sappiamo, predicano bene e razzolano alla meno peggio.

Esatto, alcuni che affermano di lavorare a 10 cent, quando in realtà lavorano alla metà. E tante altre prediche, alle quali non seguono i fatti...
Anni fa scrivevo che il problema non sono gli improvvisati che si svendono, ma tanti bravi che lavorano a pochi cent... ce ne sono eccome...


 
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